È morto improvvisamente il professor Giuseppe Mari, ordinario di Pedagogia alla facoltà di Scienze della formazione. Nato a Castiglione delle Stiviere il 21 novembre 1965 avrebbe compiuto tra poco 53 anni. Figura molto nota e particolarmente attiva nell’ambiente della formazione e dell’educazione cattolica bresciana e non solo, era sposato e aveva due figli.
Laureato in Filosofia all'Università di Padova, Licenziato in Teologia morale alla Facoltà teologica cattolica di Lugano, era docente all'Università Cattolica, sede di Milano, dove era coordinatore della Laurea magistrale in Scienze pedagogiche e servizi alla persona e membro del Comitato direttivo del "Centro studi e ricerche sul disagio e sulle povertà educative". Aveva l'incarico di Pedagogia generale e della scuola presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e di Pedagogia generale e Pedagogia della relazione d'aiuto presso l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia. Ha ricevuto il Premio Nazionale "Mario Macchi" da parte dell'Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGeSC - 2.3.2018).
Era membro di Scholè (Centro Studi tra Docenti Universitari Cristiani) e socio della SIPed (Società Italiana di Pedagogia), del CIRPed (Centro Italiano di Ricerca Pedagogica), della SoFPhiEd (Société Francophone de Philosophie de l'Education, Paris), della AIRPC (Association Internationale de Recherche sur la Pédagogogie Chrétienne, Lyon), della SEP (Sociedad Espanola de Pedagogia, Madrid), della PESGB (Philosophy of Education Society of Great Britain, Salisbury), della CPES (Central European Phylosophy of education Society, Praha). 
Autore di numerose pubblicazioni, faceva parte del Comitato di Direzione della rivista "Pedagogia e Vita" (Brescia) e del Comitato scientifico delle riviste "Estudios sobre educacion" (Pamplona), "Studia Paedagogica Ignatiana" (Krakow), "Biografistyka Pedagogiczna" (Lublin), "Acta Facultatis Paedagogicae Universitatis Tyrnaviensis" (Trnava). Era tra i componenti del Comitato Scientifico del Centro Studi per la Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana (Roma).



 Nola, febbre alta e vomito: Peppe muore a 33 anni. Svelata la causa
Febbre alta, conati di vomito. E’ morto dopo una corsa inutile in ospedale Peppe de Falco, 33enne di Nola ma originario di San Gennaro Vesuviano. La notizia ha fatto rapidamente il giro della città e dell’agro nolano.
I sintomi registrati dal 33enne hanno fatto temere che si trattasse di una meningite letale, l’ennesima che negli ultimi anni ha mietuto diverse vittime in Campania. Alla fine la diagnosi dei medici, dopo una serie di accertamenti, è stata diversa. Ad uccidere Peppe è stata un’encefalopatia letale.
Tantissimi i messaggi di cordoglio pubblicati da amici e conoscenti in queste ore sui social network per ricordarlo. Grande tifoso del Napoli, attivo nel sociale, il 33enne era conosciuto nella città dei Gigli. Lascia un grande vuoto.
Nola, febbre alta e vomito: Peppe muore a 33 anni. Svelata la causa
Febbre alta, conati di vomito. E’ morto dopo una corsa inutile in ospedale Peppe de Falco, 33enne di Nola ma originario di San Gennaro Vesuviano. La notizia ha fatto rapidamente il giro della città e dell’agro nolano.
I sintomi registrati dal 33enne hanno fatto temere che si trattasse di una meningite letale, l’ennesima che negli ultimi anni ha mietuto diverse vittime in Campania. Alla fine la diagnosi dei medici, dopo una serie di accertamenti, è stata diversa. Ad uccidere Peppe è stata un’encefalopatia letale.
Tantissimi i messaggi di cordoglio pubblicati da amici e conoscenti in queste ore sui social network per ricordarlo. Grande tifoso del Napoli, attivo nel sociale, il 33enne era conosciuto nella città dei Gigli. Lascia un grande vuoto.

